Quella di Newcleo è una mossa strategica: dopo la fase britannica di raccolta dei capitali di serie A per circa 135 milioni di euro, ha annunciato il trasferimento della sede centrale da Londra a Parigi per facilitare ulteriormente gli investimenti da parte di soggetti francesi ed europei (istituzioni e investitori istituzionali).
Fino a oggi Newcleo ha raccolto circa 535 milioni di euro sia da investitori istituzionali sia individuali. Una strategia che vede un tempo favorevole per il settore nucleare, dato anche dalla recente nomina del Commissario europeo per l’Energia che ha ricevuto un mandato specifico per accelerare lo sviluppo dei piccoli reattori modulari (SMR).
Il trasferimento della sede sembrerebbe non comportare anche quello del personale: Newcleo ha infatti dichiarato che opererà “assicurando la continuità aziendale mentre l’azienda porterà avanti la sua missione”.
Stefano Buono, fondatore, CEO e Presidente di Newcleo (nella foto), così commenta: “Trasferire la nostra sede a Parigi è una pietra miliare strategica per accelerare la nostra missione di fornire la prossima generazione di energia nucleare sostenibile. Ora siamo in una posizione migliore per approfondire le nostre partnership europee e attingere alle risorse finanziarie di investitori istituzionali e industriali. Questo trasferimento è in linea con il nostro impegno di avere un impatto globale chiudendo il ciclo del combustibile nucleare e fornendo una fonte di energia pulita, sicura e affidabile”.
Sulla sfida del nucleare in un contesto di Green Deal, Agenda 2030 e Tassonomia europea, in StartupBusiness durante questi anni per i nostri lettori abbiamo contribuito con diversi reportage sul mix energetico. Pertanto, per approfondimenti sulle questioni riguardanti gli scarti, la sicurezza, l’inquinamento e il costo, vi invitiamo a leggere anche gli interventi di Armaroli e Tartaglia.
Tuttora il problema energetico in uno scenario geopolitico sempre più delicato è un tema ampliamente complesso. Da questo dipendono infatti anche i costi dell’energia. Proprio su tali tematiche, già durante uno degli appuntamenti dal titolo “Innovazione e nucleare”, evento organizzato da Stefano Ronchi di Valore e che ha visto la partecipazione di diverse startup intervistate da Francesco Vecchi, Buono era stato chiaro: “all’epoca, per sviluppare il nucleare capii che si poteva fare solo fondando un’azienda privata: i governi guardano a energie inizialmente più economiche e programmabili”. E, a detta del CEO di Newcleo, a oggi “con il nucleare conosciamo ogni grammo di rifiuti che produciamo”.
Proprio sui costi e sulla competitività del prezzo, Umberto Quadrino, ex AD di Edison e oggi presidente di Tages Holding – gruppo bancario che controlla Credito Fondiario SpA, Tages Capital SGR e Tages Capital LLP -, era intervenuto in quell’occasione: “i prezzi di mercato oggi delle rinnovabili sono molto più bassi” ma, aveva continuato, “rinnovabili e nucleare sono assolutamente complementari”. Quadrino aveva poi sottolineato come “nei prossimi dieci anni in Italia, finché non arriverà il nucleare di Stefano, staremo con le rinnovabili”. Un nucleare che, secondo Buono, avrà un costo assai competitivo: “non avremo bisogno del supporto dello Stato, perché una volta che avremo centrali nucleari in tre anni, con un costo fisso di 55 euro a megawatt, il private equity entrerà subito”, costo che riguarda la sola produzione di elettricità. Pertanto il dibattito sulle diverse fonti energetiche, anche in quell’occasione, era stato chiaro: i governi continueranno a investire su fonti rinnovabili, ma il contributo di fonti non intermittenti come il nucleare non può essere escluso dalla questione e tantomeno tralasciato nelle strategie energetiche di un governo.
Ora, con la scelta del trasferimento di sede di Newcleo, molto probabilmente l’Italia non sarà la prima a sperimentare le centrali di Buono, eppure è evidente come la strategia mira a far crescere la presenza dell’azienda in Europa. Con una impronta internazionale, Newcleo conta oltre 90 partnership e più di 850 dipendenti con sedi in 19 località tra Francia, Italia, Regno Unito, Svizzera e Slovacchia, con un totale di tre impianti di produzione.
Dopo USA e Cina, al 2023 la Francia è il terzo Paese mondiale in produzione di elettricità proveniente dall’energia nucleare rispetto alle altre fonti, con una quota del 64,8%. E mentre alcuni Paesi negli ultimi anni hanno annunciato politiche di phase-out (abbandono) e smantellamento delle loro centrali nucleari, altri, come la Francia, hanno avviato i lavori per costruirne di nuove, o stanno approvando progetti per farlo: a fine 2023 il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di avviare un piano di rilancio a lungo termine del settore che vale 48 miliardi di euro e prevede la costruzione di sei nuovi reattori entro il 2045. Senza contare gli investimenti per gli SMR, i mini reattori di nuova generazione e l’ambizioso piano iter per la fusione nucleare.
La scelta di Newcleo si interseca proprio su un terreno favorevole. I suoi progetti futuri includono infatti, oltre allo sviluppo di un reattore precursore in Italia entro il 2026, la creazione di un impianto di produzione MOX entro il 2030 e la costruzione di un reattore prototipo entro il 2031 proprio in Francia, e, infine, la consegna di reattori commerciali a partire dal 2033.
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